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PAPA'

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"IL VECCHIO"

Gli hanno detto che era un cancro e immediatamente dopo lo hanno portato a fare un’ecografia al cuore.

Ho visto l’angoscia di mio padre materializzarsi su quel monitor.

La dottoressa continuava a girare l’ecografo sul suo petto e si lamentava che con un cuore che andava così veloce era impossibile controllare la valvola.

Lo guardavo girato su un fianco e pensavo che non me ne fregava un cazzo che quella lì non trovasse la valvola.

Mi guardava e sorrideva e mi diceva di stare tranquilla che tutto si sarebbe risolto.

Avrei solo voluto urlare o vomitare e invece lo guardavo e anch’io sorridevo.

Come tanti, negli anni sessanta si era messo in proprio. Aveva aperto una cromatura che aveva portato avanti per più di trent’anni con molti sacrifici ma anche con molte soddisfazioni. L’aveva vista crescere ed espandersi fino al momento in cui, l’aveva passata con orgoglio nelle mani di suo figlio, perché continuasse la sua stessa avventura. L’avevano chiamato Carlo proprio in ricordo del fratello morto giovane.

Gliel’aveva concessa senza porre condizioni e investendolo di pieni poteri. Autorità assoluta. L’autorevolezza, invece, era rimasta attaccata come la polvere del capannone, addosso a mio padre, che conosceva e amava la sua creatura più di se stesso.

scromata

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